Mentre il Dipartimento procede spedito verso la chiusura di 80 sezioni di Polizia Postale radicate su altrettante province del territorio, sotto la scure della tanto decantata austerità si da’ vita all’ennesima farsa del camion sponsorizzato “Una vita da social”, un carrozzone dallo squallido sapore propagandistico a spese dello Stato. Le oltre 50 missioni in tutta ITALIA saranno come sempre condotte da un’ arcinoto dirigente sindacale.
Il carrozzone della propaganda è partito ieri, martedì 13 Gennaio dal Quirinale..!!!
Assurdo se pensiamo che questa farsa dovrebbe essere un modo per far sentire la vicinanza sul territorio ai cittadini e formare i giovani insegnandogli il corretto uso del pc ed educandoli contro il cyber bullismo lo stalking e altri reati infomatici. Invece, come appare dalle foto, i video e i link pubblicati sul web emerge essere uno spettacolo carnevalesco indecente che in realtà ridicolizza il lavoro di tanti poliziotti che con sacrificio e dedizione ogni giorno si impegnano silenziosamente per svolgere indagini di informatica forense, contrastando realmente questi fenomeni.
I numeri farlocchi che forniscono per giustificare il ripetersi della “gita”: sul sito Polizia di Stato si dichiarano 150.000 ragazzi in 39 città (la stampa parla anche di 500.000!) ovvero, mediamente 3.846 ragazzi al giorno, a Terni e a Rimini ad esempio, ne sono saliti meno di 300(e non ne sarebbero potuti entrare di più nel poco tempo a disposizione) con zero genitori e i soli insegnanti che accompagnavano le scolaresche che non sono parsi neanche tanto contenti dell’organizzazione.
E’ penoso vedere questo camion piazzarsi proprio nelle piazze di quelle città dove l’Amministrazione intende chiudere gli unici punti di riferimento reali per i cittadini ( gli uffici di Polizia Postale). Uffici che per anni hanno svolto un prezioso lavoro di prevenzione formando realmente centinaia di migliaia di studenti, genitori e insegnanti, prevenendo e reprimendo realmente migliaia di reati informatici come le truffe, lo stalking, il cyberbullismo e che oggi si vedono sostituiti da questa pseudo arlecchinata denominata “una vita da social”
Siamo quindi costretti a costatare, che la nostra Amministrazione preferisce propagandare e fare scoop televisivi anzichè tutelare formare e informare realmente i propri cittadini.
Leggi il nostro articolo dello scorsa edizione di “Una Vita da Social”
Guarda l’annuncio della partenza per il 2015