Si tratta dell’ennesimo episodio di mala amministrazione, ovvero di una gestione dell’ufficio trasferimenti (che come noto è diretta dalla D.ssa Maria Cristina Longarzia), arrogante, scriteriata nonchè insensibile ai bisogni e le necessità dei propri dipendenti, che vengono trattati come veri e propri numeri, a tal punto da respingere il trasferimento anche quando l’organo giurisdizionale precostituito per Legge (TAR ) ha sancito un comportamento illegittimo della Pubblica Amministrazione.
Questo è quello che è accaduto ad un giovane agente di Polizia che nel 2016 ha chiesto il trasferimento ai sensi della L.104/92 dal Comm.to di Sassuolo (MODENA) alla Questura di Foggia (qualsiasi ufficio) al fine di assistere ben due familiari che versano in condizioni gravi, ovvero il proprio padre, affetto da “SCLEROSI MULTIPLA” e la sorella malata di SCLEROSI TUBEROSA, RITARDO INTELLETTIVO E CRISI EPILETTICHE” , entrambi riconosciuti dalla commissione INPS invalidi al 100 % in situazione di gravità, in qualità di unica persona appartenente al Nucleo Familiare in grado di prestare la doverosa assistenza. Come evidente si tratta di due persone che soffrono di gravissime patologie neurologiche.
Ebbene la Divisione II^ trasferimenti incurante della questione, respinge con un provvedimento stereotipato il trasferimento dell’Agente poichè, si legge testualmente nell’atto “le necessità funzionali dell’amministrazione non rendono possibile accogliere l’istanza perchè il dipendente presta servizio in un’ufficio che si trova in un contesto caratterizzato da delicate problematiche di criminalità”. (leggi il Provvedimento sterotipato di diniego ).
Lo sfortunato collega, in preda alla disperazione, decide di sborsare 5.000 euro e ricorrere al TAR dell’Emilia Romagna il quale gli da pienamente ragione e condanna l’amministrazione al pagamento di 2000 euro di spese di giudizio, specificando nella sentenza che “In definitiva, il trasferimento ex art. 33, comma 5, della L. n. 104 del 1992 può essere negato solo se ne conseguano effettive e ben individuate criticità per l’Amministrazione la quale ha l’onere di indicarle in maniera compiuta per rendere percepibile. di quali reali pregiudizi risentirebbe la sua azione, mentre non può limitarsi ad invocare generiche esigenze di corretta organizzazione buon andamento degli uffici. Quello che conta in casi del genere è verificare se il trasferimento crea dei problemi reali che devono essere analiticamente indicati anche comparando le esigenze del comando di provenienza con quelle dei reparti richiesti. Ebbene questo tipo di valutazione è completamente assente, limitandosi l’Amministrazione, da un lato ad affermare che la dotazione organica dei Comandi di Polizia in Provincia di Foggia è completa, senza fornire dati concreti a supporto di tale affermazione, e dall’altro segnalando Sassuolo come una zona .con delicati problemi di criminalità, quando costituisce dato di comune esperienza che la Provincia di Foggia sotto questo profilo è sicuramente più problematica.” (leggi la Sentenza TAR 00224_2016 ).
Forte di un giudizio che non lascia adito a dubbi l’Agente presenta una nuova domanda di trasferimento menzionando la sentenza che gli aveva dato pienamente ragione ma incredibilmente, la divisione trasferimenti a febbraio 2017 emette un nuovo provvedimento di diniego continuando a sostenere senza ritegno e contro ogni logica, farneticanti ragioni di servizio, problemi organizzativi e di funzionalità degli uffici, (come se questo agente di Polizia rappresentasse l’unica risorsa nella provincia di Modena), ma cosa ancor più grave ha di fatto accusato questo poliziotto di fare un uso strumentale di questo istituto. (leggi il nuovo provvedimento di diniego )
Un comportamento refrattario e a nostro parere, ignobile e indegno di un amministrazione come quella della Polizia di Stato che non trova giustificazione alcuna se non quella di voler dimostrare la propria egemonia incondizionata, egemonia che non si ferma nemmeno difronte ad una sentenza della giustizia amministrativa. Una chiara manifestazione di cinismo e di disprezzo non solo per i propri dipendenti ma anche per i principi basilari del diritto.
LA SEGRETERIA NAZIONALE