È il giorno del Pat, il processo amministrativo telematico. Oggi parte, infatti, la sperimentazione, che durerà fino al termine di novembre e dovrà saggiare la tenuta del sistema in vista del debutto vero e proprio, previsto per il 1° gennaio 2017. I test riguarderanno tutti i Tar, il Consiglio di Stato e il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia e si concentreranno sui ricorsi nuovi, ovvero quelli depositati da oggi e fino al 30 novembre. Per i vecchi ricorsi, invece, si continuerà con le modalità tradizionali.
Gli avvocati, dunque, dovranno iniziare a entrare in una nuova ottica, visto che dal 1° gennaio prossimo – come prevede il Dl 168/2016 di fine agosto, in corso di conversione (è stato approvato giovedì dalla Camera e ora va al Senato) – il processo sarà solo telematico, con una “coda” di adempimenti cartacei prevista per un solo anno (cioè fino al 1° gennaio 2018), perché al fascicolo online si affiancherà il deposito della copia di cortesia, che, però, agli effetti del procedimento non avrà alcun peso.
In questa fase di sperimentazione, invece, il vincolo del ricorso alla telematica appare più sfumato. Lo si capisce leggendo il documento del 28 settembre 2016 messo a punto dal segretariato della giustizia amministrativa e divulgato nei giorni scorsi. In quel testo si parla di obbligo di invio digitale dei nuovi ricorsi, ma si chiarisce anche che solo il deposito cartaceo avrà validità giuridica e che l’invio elettronico degli atti non impedirà alla causa di andare avanti. Ecco perché è stato previsto che l’avvocato presenti prima il ricorso cartaceo e, nel giro di due giorni, faccia seguire l’atto telematico e solo quando anche quest’ultimo sarà stato inoltrato, al fascicolo verrà assegnato un numero di ruolo. Allo stesso tempo, però, nel caso l’avvocato non faccia seguire, entro due giorni, al ricorso cartaceo quello telematico, non ci sarà alcuna decadenza del ricorso né alcuna sanzione per il professionista. La causa, infatti, potrà comunque essere trattata e il numero di ruolo verrà attribuito secondo le modalità ordinarie.
Detto questo, è evidente che le aspettative della giustizia amministrativa sono di una quanto più massiccia adesione degli avvocati alla sperimentazione. E anche per i professionisti c’è tutto l’interesse ad adeguarsi alla novità, così da non farsi trovare impreparati il 1°gennaio. I test dovranno servire, oltre che alle due parti (avvocati e tribunali) come “allenamento” in vista della partenza a regime, soprattutto come prova per saggiare la tenuta del sistema informatico della giustizia amministrativa. Solo se quest’ultimo sarà in grado di reggere pure ai momenti più critici, si potrà passare fra tre mesi alla fase pienamente operativa. Anche per questo la sperimentazione – a differenza di quanto previsto con il decreto legge 117 dello scorso giugno, con il quale è stato spostato all’ultimo momento il debutto del processo telematico, previsto per il 1° luglio – è stata ridotta a meno di due mesi. Nelle intenzioni della giustizia amministrativa – prospettiva recepita dal Dl 168 – il mese di dicembre dovrebbe servire a raccogliere le eventuali criticità emerse durante i test e ad aggiustare il tiro, così da tarare il sistema sulle reali esigenze sia degli avvocati sia di cancellerie e giudici.
Un modo di procedere che trova concorde una parte dell’avvocatura. Così è, per esempio, per l’Unione nazionale avvocati amministrativisti, presieduta da Umberto Fantigrossi, che ha lamentato lo scarso coinvolgimento nella messa a punto della sperimentazione, ma che in un incontro avvenuto giovedì scorso con i rappresentanti della giustizia amministrativa ha ottenuto chiarimenti e rassicurazioni sul fatto che le procedure da seguire durante la sperimentazione saranno le stesse che si adotteranno dal 1° gennaio. Sulla questione c’era più di un dubbio. «A questo punto, siamo pronti a partire», afferma Fantigrossi.
Più critico, invece, Filippo Lubrano, segretario della Società italiana degli avvocati amministrativisti, che stigmatizza la mancata collaborazione: «A luglio abbiamo inviato una lettera alla giustizia amministrativa, chiedendo di collaborare all’impostazione della sperimentazione. Non ci hanno mai risposto. A settembre ci è arrivata la comunicazione che si partiva. Si sono fatti da soli le regole. Sono sicuro che noi abbiamo le strutture per inviare i ricorsi telematici, ma non ho altrettanta fiducia sulla tenuta del sistema messo in piedi per riceverli».
FONTE IL SOLE 24 ORE