Manca il 47% tra viceprefetti e viceprefetti aggiunti. Ma la scopertura di organico che rischia di impattare negativamente sulle attività amministrative dei flussi di ingresso per stranieri, riguarda il personale dirigenziale e non dirigenziale di prefetture e questure: negli ultimi anni sono calati (si veda la tabella) dirigenti di prima e seconda fascia, funzionari, assistenti e operatori, cioè il motore amministrativo che materialmente sbriga le complicate pratiche burocratiche affidate allo Sportello unico per l’immigrazione.
Il tema delle carenze di organico non è di secondo piano. Il problema è che negli ultimi anni sono state ampliate le competenze per prefetture e questure, con il personale che via via è andato calando. Complessivamente ne è venuto meno un quarto, tanto che su un organico previsto di 21.680 unità, ce ne sono 15.549. E questo costituisce una complicazione, che si somma alle variegate funzioni degli uffici – come quella dei controlli antimafia, soprattutto relativamente agli appalti del Piano nazionale di ripresa e resilienza – e agli intoppi di natura tecnica endemici della Pubblica amministrazione.
Un dirigente impegnato in un rilevante Sportello unico per l’immigrazione nel Nord Italia racconta al Sole 24 Ore del Lunedì che «la carenza di organico è una questione prioritaria e da risolvere. Nell’ambito dei flussi 2022, però, il nostro ufficio ha dovuto risolvere numerose complicazioni dovute anche agli strumenti informatici». Spiega, in particolare, che «gli apparati spesso non sono adeguati alle nostre esigenze, risultano difficili i collegamenti con questura e consolati italiani all’estero. Il punto è che i software devono essere adeguati agli strumenti normativi, non il contrario. Di conseguenza, ci troviamo davanti a questioni che rallentano il nostro lavoro». A ciò va aggiunto l’impiego del personale interinale: «Spesso i lavoratori non sono ben formati, altre volte arrivano persone di una certa età non sempre motivate, altre ancora ci mandano giovani che affrontano questo lavoro come un impiego temporaneo, in attesa di partecipare a concorsi pubblici».
Secondo Sandro Colombi, segretario generale della Uil Pa,«in questa situazione gli uffici hanno difficoltà enormi ad applicare il decreto sui flussi migratori, perché le strutture sono state indebolite al punto tale che ci si deve affidare alla buona volontà dei dipendenti per far funzionare le cose. Questure e prefetture versano oggi in stato di emergenza e devono affrontare emergenze sociali. In tutta evidenza si verifica un cortocircuito che crea enormi disagi, sia ai lavoratori sia agli utenti. Tra i tanti errori compiuti dalla politica nei confronti della Pubblica amministrazione, la completa mancanza di programmazione è uno dei più evidenti. Governo dopo governo, nessuno è stato in grado di programmare il turnover del personale per non arrivare al collasso di oggi».
Per Antonio Giannelli, presidente di Sinpref, l’associazione sindacale dei funzionari prefettizi, ci sono «carenze di personale ormai insostenibili, conseguenza di politiche non certo imputabili all’attuale leadership politica, che rendono indispensabili interventi volti a mettere a disposizione, in primo luogo alla rete delle prefetture, le risorse umane indispensabili a corrispondere nei tempi dovuti alle sempre nuove e crescenti incombenze. Prevenzione amministrativa antimafia, anche in funzione dell’attuazione del Pnrr, gestione dei flussi migratori e coordinamento degli interventi di protezione civile, solo per fare qualche esempio, richiedono risorse adeguate e formate».
FONTE: Ivan Cimmarusti – SOLE 24 ORE