Ultimamente il governo sta ricevendo molte critiche per le esternazioni di alcuni membri dell’esecutivo che riterrebbero “immorale” ridare in dietro i soldi a tutti i pensionati beneficiari della sentenza 70/2015. che ha stabilito l’illegittimità del mancato adeguamento. Sopratutto i sindacati, con un velo di ipocrisia, si sono indignati e hanno chiesto a gran voce il riconoscimento del diritto per tutti indistintamente, sia per chi percepisce 1500 euro al mese e sia per chi ne percepisce 20.000 (al mese).
Ma in effetti non ha tutti i torti il sottosegretario Zanetti quando dice che restituire i soldi a tutti sarebbe “immorale” se consideriamo che tra i beneficiari della sentenza ci sarebbe la crema dei pensionati d’italia, fior di ex alti funzionari, ex politici, ex magistrati che percepiscono dai 5000 ai 20.000 euro al mese di pensione, ma sopratutto ex giudici della corte costituzionale (che hanno le pensioni più alte di tutti in assoluto) che raggiungono cifre sbalorditive di 200 mila euro l’anno (anche questi guarda caso beneficeranno della sentenza).
Se consideriamo poi che con il vecchio metodo retributivo tutti questi contributi per ricevere questi lauti importi pensionistici nemmeno li hanno versati la questione assume le caratteristiche del grottesco..!!! A tutti gli effetti non ci sembra una cosa molto saggia in tempo di crisi elargire arretrati per 100/150 mila euro a questa tipologia di soggetti. E lo diciamo da sindacalisti, francamente ci sembra un pò troppo..!!
Anche perchè per trovare 11 MILIARDI DI EURO, visti i conti attuali, dovrebbero sicuramente tornare a tagliare ai soliti poveri sfigati da 1500 euro al mese poichè ogni cambiamento al DEF (documento economico finanziario) andrebbe necessariamente ricompensato sottraendo risorse equivalenti da altre voci del bilancio dello Stato. A conti fatti oltre la metà di queste risorse (6 miliardi) dovrebbe servire a rimborsare soggetti con pensioni privilegiate e francamente spropositate..!!
Invitiamo tutti quindi a riflettere su questo punto. Forse sarebbe meglio restituire i soldi a chi ha una pensione più limitata (fino a max 3000/3500 euro al mese), trovando la formula adatta per evitare di sperperare risorse pubbliche per darle a chi già percepisce laute pensioni, anzi pensioni esagerate e ingiustificate (quando superano i 5000 al mese), tutti soggetti che la crisi l’hanno sentita solo echeggiare sui testi dei quotidiani e non l’hanno vissuta sulla loro pelle..!! Diversamente siamo sicuri che pagarne le spese saranno sempre i soliti noti..!!
Un accenno, infine, alle retribuzioni delle toghe della Consulta. La retribuzione lorda del presidente è pari a 549.407 euro annui, mentre quella di un “semplice” giudice è pari a 457.839 euro. Negli altri paesi la retribuzione è di gran lunga inferiore: in Gran Bretagna la retribuzione media è pari a 217mila euro, in Canada a 234mila euro, negli Usa, invece, siamo a 173mila euro per il presidente contro i 166mila euro dei giudici.
In base alle prime elaborazioni (fonte il sole 24ore) sono circa quattro milioni le persone che dovrebbero avere diritto all’integrazione dell’assegno dopo la sentenza. In attesa dei conteggi ufficiali dell’Inps che richiederanno settimane per essere completati, chi intascava 4.609 euro al mese nel 2010 oggi ne prende 4.692, ma a seguito della sentenza della Corte Costituzionale dovrebbe avere un assegno di 4.923 euro (una rivalutazione di circa 230 euro al mese).
LA SEGRETERIA NAZIONALE