Dopo mesi di attesa finalmente il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha ottemperato all’ Ordinanza n° 06543/2014, con la quale è stato intimato dal TAR Lazio di depositare le 3 note ministeriali (più allegati) con le quali è stato “strappato” il parere favorevole del Consiglio di Stato, che ha permesso l’adozione di un atto normativo (impugnato) legittimando, di fatto, il maxi concorso straordinario a titoli per l’accesso alla qualifica di 7.563 vice sovrintendenti. Atti pubblici che il Dipartimento si era rifiutato, in sede di accesso atti, di farci visionare, nonostante in qualità di ricorrente n°1 del ricorso 2614/2014, avendo un interesse concreto e diretto, questa O.S. avesse il pieno diritto di estrarne copia e di visionare. Un comportamento illegittimo che ci fà comprendere ancora una volta con chi ci stiamo confrontando.
Grazie al TAR, oggi, questi documenti sono disponibili e noi ve li proponiamo in copia integrale in virtù del principio della trasparenza, in modo che tutti possano leggere, comprendere, e fare le proprie valutazioni in merito.
..Ricordiamo che nel richiedere il parere obbligatorio , il Dipartimento ebbe il coraggio di celare al Consiglio di Stato un elemento giuridico essenziale ai fini della decisione, ovvero l’esistenza di graduatorie valide ed efficaci per un totale di 8.500 idonei, allo scopo di ingannare il giudizio equidistante del Collegio e ottenere rapidamente il via libera per il concorsone. Solo grazie alle informazioni trasmesse dalla nostra Organizzazione il Consiglio di Stato venne a conoscenza dei fatti e bocciò la bozza di decreto rinviando tutto al mittente, e il dipartimento dovette prenderne atto, facendo pervenire un nuovo schema che tenesse conto delle osservazioni del CDS, tra le quali spiccava su tutte l’opportunitá di utilizzare le graduatorie di migliaia di idonei di cui non vi era cenno nella relazione illustrativa. (leggi il parere interlocutorio ). Un comportamento incommentabile, ai limiti della legalità, se non proprio illecito, che pone tanti interrogativi riguardo allo spessore etico morale della nostra classe dirigente.
Le successive note ministeriali sono servite a giustificare “la grave omissione” che era stata commessa. Da un attenta lettura degli atti, infatti, emergono informazioni inesatte, incomplete contraddittorie e in alcuni casi non rispondenti alla realtà. Un misto di furbizia, incompetenza, imperizia e pressappochismo che però è stato sufficiente, purtroppo, per convincere una nuova sezione del Consiglio di Stato completamente rinnovata nei sui membri a sdoganare il decreto. (leggi il parere definitivo)
La nostra azione di contrasto comunque continuerà in tutte le sedi competenti. Questi atti forniscono ulteriori spunti a sostegno della nostra tesi in ambito giurisdizionale. Rimane una condotta deprecabile di quest’amministrazione la quale, nel disperato tentativo di sopperire alle gravi e reiterate inadempienze del suo passato, ha escogitato questo autentico “mostro giuridico” impropriamente denominato concorso, al solo fine di auto tutelare se stessa, perseguendo in definitiva interessi diversi dall’interesse collettivo generale. Ma la cosa più grave che ci amareggia di più è che tutto questo è stato realizzato in stretta collaborazione e con il pieno sostegno dei sindacati più rappresentativi.
DI seguito trovate tutto ciò che serve per farvi una vostra legittima opinione in merito.
Roma 10 agosto 2014
LA SEGRETERIA NAZIONALE – IL COMUNICATO IN FORMATO PDF
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