Le risorse stanziate dalla Legge di Stabilità per il rinnovo contratti del comparto pubblico sono state definite irrisorie. Secondo l’ultima versione del testo della legge di stabilità che siamo in grado di fornirmi in anteprima, sono circa 300 milioni di euro destinati al rinnovo dei contratti di cui 74 milioni di euro per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195.
Ripristinato completamente il turn over per le forze di polizia inizialmente previsto al 40% dei risparmi ottenuti dalle uscite dell’anno precedente.
Ma il vero problema, in tema di rinnovi contrattuali, in ogni caso rimane una questione considerata preliminare: la riduzione dei comparti in cui si divide il pubblico impiego, i quali secondo la legge brunetta devono essere non più di 4 comparti. Attualmente i comparti sono 12, dalla scuola alle agenzie fiscali, dai ministeri alla presidenza del consiglio, compreso il comparto sicurezza e difesa. Quest’ultimo pertanto, con ogni probabilità potrebbe subire degli scorporamenti ovvero delle modifiche che influirebbero pesantemente anche sulla rappresentatività sindacale.
I problemi che deriverebbero da questa riduzione di aree toccherebbe tanti aspetti, dagli stipendi dei lavoratori del Pubblico Impiego fino alla rappresentatività dei sindacati. Proprio questo è un punto cardine, un elemento delicato Ridurre i Comprati da 12 di medie dimensioni a 4 di grandi dimensioni, produrrà maggiori difficoltà per le sigle sindacali nel raggiungere il 5% di aderenti, numero necessario per avere riconosciuta la propria rappresentanza nei comparti. Inoltre, la nuova mappa prevista che per esempio porterebbe le Regioni ad entrare nel comparto della Sanità, farebbe nascere un comparto con un numero enorme di lavoratori. Riunire in aree uniche lavoratori, con contratti collettivi unici, non sarà per niente facile. Oggi ogni comparto ha stipendi, scatti di carriera e modalità lavorative diverse, non si sa ancora come si riuscirà ad eliminare tutte queste differenze.
Tra poche ore la legge approderà in parlamento e ci sarà modo e maniera di modificare le cifre, ma non aspettiamoci miracoli.
In ogni caso di rinnovi contrattuali si tornerà a parlare non prima della primavera 2016, quando si avrà un quadro più chiaro sui criteri con i quali dovrà essere applicata la legge brunetta.
LA SEGRETERIA NAZIONALE