Le scene da film come quella di “Fracchia la belva umana” con i carabinieri e gli agenti del commissario Auricchio che si scontrano per catturare lo stesso latitante appartengono sempre più al passato, adesso le forze dell’ordine trovano la piena sintonia, sopratutto riguardo alle duplicazioni e sovrapposizioni tra i vari corpi dello Stato diventate insostenibili per i conti pubblici.
La percezione di insicurezza degli italiani è aumentata fortemente; più che terroristi e mafiosi, fanno paura le minacce quotidiane, dalle rapine in casa ai piccoli furti. Il cittadino si sente utente di un servizio che giustamente ad oggi non garantisce adeguata efficienza e tempestività. Con cinque anni di tagli lineari, (blocco degli arruolamenti, impoverimento dei fondi per mezzi e attrezzature ) hanno inflitto duri colpi all’attività sul territorio. In più molti sindacati di Polizia hanno pensato bene di adoperarsi per imboscare più gente possibile all’interno di uffici burocratici, togliendoli alla strada, attraverso il soddisfacimento di interessi personali e di bottega anzichè privilegiare l’interesse collettivo generale.
La riforma della pubblica amministrazione varata di recente, a nostro avviso è un occasione unica per ridefinire il settore della sicurezza. Per mettere a punto il piano di razionalizzazione i vertici delle tre forze principali si stanno confrontano a Palazzo Chigi.
Il tavolo “Gutgeld”,( così è stato chiamato dal nome del consigliere a cui Matteo Renzi ha affidato la spending review delle forze di Polizia) sembra sia stato dominato da una sintonia senza precedenti tra polizia, carabinieri e finanza.
Il deputato Pd Emanuele Fiano stà lavorando al progetto, ma come regista politico dell’operazione viene indicato Marco Minniti, il sottosegretario all’ intelligence che per i suoi trascorsi di viceministro degli Interni dimostra una consuetudine con i dossier della sicurezza superiore all’attuale Ministro dell’Interno Angelino Alfano, tutto preso dalla vicende del suo partito. Quanto alla Difesa, il comandante dell’Arma Tullio Del Sette ha la piena fiducia di Roberta Pinotti, di cui è stato capo di gabinetto fino alla nomina a comandante generale.
Il piano prevede di mettere ordine nelle competenze, spazzando via una serie di doppioni che appaiono assurdi e concentrando il personale sui fronti più caldi. In concreto, non ci saranno più due nuclei che si occupano d’opere d’arte: scomparirà quello della Finanza per affidare la missione ai carabinieri. Che, dal canto loro, dismetteranno il reparto per la lotta alle banconote false lasciando il campo alle Fiamme Gialle. La sfida ai grandi crimini informatici — dove tutti hanno fatto capolino — sarà sostanzialmente appannaggio della polizia di stato, che curerà la protezione delle reti strategiche dagli assalti degli hacker. Sotto questo versante c’e’ da sperare nel potenziamento e lo sviluppo della nostra polizia postale e delle comunicazioni. Nel futuro prossimo, ognuno si potenzierà seguendo una vocazione precisa ed evitando di accavallarsi: le questure investiranno di più nelle metropoli; l’Arma nelle fasce periferiche e nelle province, irrobustendo la rete delle stazioni; le Fiamme Gialle si concentreranno sulla polizia economico-finanziaria disimpegnandosi progressivamente dagli anacronistici schieramenti di finanzieri per l’ordine pubblico durante i cortei e le partite di calcio: personale che resterà sulle strade, ma per combattere evasione fiscale e mercato dei falsi.
Nel prossimo anno i presidi sul territorio verranno aggiornati, vedremo come. In tutta Italia sarà introdotto il centralino unico 112, per ora attivo solo in Lombardia, che riceve le richieste dei cittadini, smistandole a chi deve intervenire: polizie, vigili, pompieri, ambulanze.
Sembra quindi che questa volta i nostri vertici non si stiano facendo la guerra come in passato ma che si stiano adoperando per mettere a punto un piano che consenta di valorizzare al meglio le eccellenze di ogni singola forza di polizia. Speriamo che tutto ciò porti porti a risultati concreti e che come si suol dire “l’elefante non partorisca l’ennesimo topolino”.
LA SEGRETERIA NAZIONALE