A seguito delle dichiarazioni del capo della Polizia sul concorso interno a 1400 posti da vice ispettore, si sono scatenate grandi preoccupazioni per i 1800 idonei che hanno superato il concorso, i quali anziché gioire per l’importante risultato raggiunto, hanno dovuto fare i conti con lo spettro dell’annullamento, un provvedimento che in un sol colpo avrebbe retrocesso tutti gli idonei vincitori alla posizione originaria di candidati.
L’ipotesi inquietante prendeva piede in seguito ad un “circo mediatico” messo in piedi ad arte da alcuni “pseudo” sindacalisti che facendo proprie le rivendicazioni di circa 300 colleghi costituitisi in comitato, anziché tutelarli nelle opportune sedi competenti (le aule del TAR e del Consiglio di Stato) fornendo loro assistenza legale, magari gratuita, hanno messo in atto una serie di azioni eclatanti e spropositate mirate principalmente a pregiudicare il concorso e conseguentemente le posizioni e gli interessi di tutti i 1800 idonei, creando nocumento alla polizia di stato e riuscendo a ingenerare uno scandalo di livello nazionale che ha gettato seri dubbi sulla regolarità dell’intera procedura concorsuale, al punto da indurre il capo della Polizia ad istituire doverosamente una commissione di verifica, con tutti i rischi derivanti.
Sfruttando i rotocalchi dei giornali e delle televisioni attraverso avveniristiche tesi probatorie, audaci interpretazioni giuridiche ed estemporanei giudizi di merito si è fatta strada la tesi (risultata poi falsa) che il predetto concorso fosse marcio alle fondamenta, una procedura praticamente truccata, colma tra l’altro di poliziotti segnalati e raccomandati, stracolma di vizi formali e sostanziali nonché gestita da una commissione esaminatrice infedele che non solo avrebbe volontariamente aiutato poliziotti di scarso valore a superare la prova, ma avrebbe anche indiscriminatamente lasciato fuori molti altri poliziotti, al contrario bravi e preparati ..!!
In sostanza questi esimi sindacalisti hanno anteposto le ragioni di 300 colleghi all’interesse generale di un intera categoria che non è certamente quello di creare nocumento alla Polizia di Stato, né quello di pregiudicare le posizioni e gli interessi dei 1800 idonei che hanno superato il concorso, alimentando “guerre tra poveri”, né tantomeno quello di annullare i concorsi, ma semmai quello di farne molti altri, ridando al personale quelle sacrosante legittime aspettative disattese da almeno un decennio.
Mano mano che la campagna denigratoria imperversava su giornali e televisioni, le angosce i dubbi e le perplessità degli idonei si sono quindi ben presto associati ad una sostanziale perdita di dignità, scaturita dall’essere stati pubblicamente “etichettati” come un agglomerato di raccomandati divenuti idonei solo grazie ad aiuti e segnalazioni, nonché grazie a valutazioni parziali di una commissione esaminatrice accondiscendente che avrebbe favorito solo alcuni candidati a scapito di altri, più preparati e meritevoli.
Secondo il consiglio di Stato le cose però non stanno in questo modo. Infatti tutte le gravi violazioni amministrative millantate sui giornali e nelle varie trasmissioni televisive, sono state categoricamente smentite da un autorevole parere (NUMERO AFFARE 00707/2016) espresso in data 25 gennaio 2017 dal Consiglio di Stato, massimo organo della Giustizia Amministrativa che ha rigettato le 7 (sette) doglianze presentate da 20 ricorrenti incentrate sul mancato rispetto da parte della commissione esaminatrice del principio di imparzialità, sulla violazione del principio dell’anonimato, sulla palese discriminazione avvenuta nei confronti dei candidati esclusi e l’abnorme eccesso di potere nella valutazione degli elaborati scritti nonché la mancanza di criteri di valutazione adeguati e puntuali.
Le accattivanti tesi scandalistiche e complottistiche sono state quindi sconfessate e l’elefante tirato su ad arte dai media con l’aiuto degli impavidi rappresentanti sindacali si è di fatto trasformato in un “topolino“. La realtà dei fatti adesso è tutta diretta a ridare legittimità alla procedura concorsuale ma soprattutto a ridare dignità ai tantissimi colleghi meritevoli che con grande sacrificio e abnegazione, nel pieno rispetto delle regole concorsuali, hanno sostenuto e superato con merito tutte le prove del concorso. Colleghi che sono stati delegittimati prima ancora di una sentenza o di una decisione ufficiale dell’amministrazione. Condannati prima ancora di conoscere la verità, sulla base di uno scoop televisivo…!!
Rimangono così solo i tristi ricordi e le immagini sbiadite di alcuni sindacalisti incravattati alla ricerca del loro piccolo e miserabile momento di gloria. Soggetti che a nostro parere, non hanno la benchè minima idea di come si sostenga l’interesse generale della categoria e che hanno una stravagante concezione di “merito”.
Non abbiamo visto infatti nessuno di questi garantisti della meritocrazia andare in televisione a denunciare come il Dipartimento di P.S. per un decennio stesse negando, in violazione di legge, gli interessi e le legittime aspettative di decine di migliaia di operatori di polizia causando un buco di organico di circa 24.000 ufficiali di P.G.. Un variegato di violazioni normative, irresponsabilità, incompetenza e incapacità di gestire procedure concorsuali portate avanti alla spicciola, stracariche di evidenti irregolarità procedurali ed eccessi di potere grandi come “iceberg”, vizi che solo un ceco poteva non vedere, ma nessun paladino del merito si è intravisto all’epoca…!!
Questa O.S. in particolare ha portato avanti in piena solitudine un ricorso collettivo (509 ricorrenti) volto all’annullamento del recente maxi concorsone straordinario per soli titoli da 7563 posti per la qualifica di vice sovrintendente, quello sì una vera e propria “truffa”, una procedura di stabilizzazione del personale spacciata per “concorso pubblico, una procedura che ha prodotto circa 8.000 sovrintendenti con una preparazione professionale quanto meno “incoerente” con le nuove funzioni da esercitare, atteso che il concorso era per soli titoli e i candidati non hanno dovuto sostenere nessuna prova per superare il concorso. Un affronto ai danni di quanti un concorso vero (per esami e titoli) almeno lo avevano vinto risultando idonei a ricoprire il ruolo (circa 8.000 unità) ma che nel nome dell’interesse pubblico sono stati lasciati marcire in graduatorie valide ed efficaci.
In questa nostra battaglia sacrosanta, fatta di ricerca di legalità, di giustizia sociale e di equità, combattuta in punto di diritto all’interno dei tribunali e non nelle televisioni, non abbiamo visto nessuno di questi maestri della tutela, della trasparenza sostenere gli interessi degli 8.000 idonei nel nome della meritocrazia. Da qui abbiamo maturato la consapevolezza che per qualcuno il merito è solo un parola, un baluardo su cui costruire la propria immagine e la propria fortuna e nell’immediato magari guadagnare qualche tessera sindacale..!!
Noi al contrario siamo convinti che il merito e la professionalità siano valori da tutelare sempre e comunque in ogni caso anche quando farlo non paga in termini di tessere come in questo caso. Rimaniamo coerenti con la nostra storia e con il nostro Statuto e continueremo a difendere i diritti e le legittime aspettative degli idonei di questo concorso come di tutti gli altri nella convinzione che il sindacato debba agire per linee di principio e non sulla base dei possibili profitti in termini di tessere sindacali..!!
Parere Consiglio di Stato n° 00707 del 25 gennaio 2017
LEGGI E DIFFONDI IL COMUNICATO
COMUNICATO CONCORSO 1400 VICE ISPETTORI (2)
LA SEGRETERIA NAZIONALE