La Cassazione annulla la condanna all’ex funzionario di polizia Contrada e revoca la pena a 10 anni inflitta all’ex n. 2 del Sisde, accusato di concorso in associazione mafiosa.
«Dopo 25 anni di sofferenza, mezzo secolo di dolore sapendo di essere innocente e di avere servito con onore lo Stato, le Istituzioni e la Patria arriva finalmente l’assoluzione, dall’Italia e dall’Europa». Questo è il primo commento all’Ansa di Bruno Contrada, “con voce provata e commossa”. «Ho sofferto molto e molto più di me – aggiunge – ha sofferto la mia famiglia. Il mio pensiero va a tutti loro, che mi sono sempre stati sempre vicini. Il mio onore? Non l’ho perduto mai, ho sempre camminato a testa alta perché ho sempre e solo fatto il mio dovere».
Secondo il massimo organo della Giustizia penale italiana, quindi, Bruno Contrada non doveva essere processato.
I giudici romani hanno accolto il ricorso del legale di Contrada, Stefano Giordano, che aveva impugnato il provvedimento con cui la Corte d’appello di Palermo aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di incidente di esecuzione. La Cassazione ha così dichiarato «ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna».
Rimane l’amarezza di dover registrare l’ennesimo caso di malagiustizia che ha letteralmente distrutto la vita di uno dei più grandi poliziotti che la storia della Polizia di Stato ricordi, il quale in alcuni frangenti è stato addirittura umiliato al punto da rifiutargli gli arresti domiciliari richiesti per gravi problemi di salute.
IL PM Antonio Ingroia che ha condotto tutte le indagini in qualità di principale accusatore di Contrada, invece di riconoscere il gravissimo errore commesso, contravvenendo ai più elementari principi del diritto penale (all’epoca della commissione dei fatti il reato di concorso esterno non esisteva) ha rincarato la dose, asserendo contro ogni evidenza, in un tweet le testuali parole; “Assolto?!? Non scrivete sciocchezze, please…Spiego subito : la condanna di Contrada è definitiva e Contrada è dichiarato definitivamente colpevole”.
Lasciamo a tutti voi giudicare le parole di questo magistrato della Repubblica Italiana e il grado di rispetto che esso nutre verso l’organo supremo della giustizia italiana che ha revocato la sentenza di condanna.
Ad ogni buon conto, questa Organizzazione vuole manifestare i più sinceri sentimenti di stima e di rispetto al Dr. Bruno Contrada, facendogli le più vive congratulazioni per la sua determinazione, la sua caparbietà, tipica dei grandi poliziotti, con la quale alla fine ha vinto la sua guerra, senza perdere mai, malgrado tutto, il senso dell’onore e dello Stato e sopratutto senza perdere mai la fiducia in una Giustizia che per moltissimi anni è sembrato essergli particolarmente avversa.
LA SEGRETERIA NAZIONALE