Improrogabile la rivisitazione dei criteri di assegnazioni delle scorte con la previsioni di ferree norme di comportamento per le persone scortate. Pena la revoca della scorta..!!
E’ questa la richiesta fatta dal Segretario Generale del NSP Roberto Intotero al capo della Polizia in seguito alle rivelazioni delle intercettazioni del giudice Silvana Saguto nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati. “Comprami lo spazzolino Elmex verde, il filo interdentale non cerato Oral-B e un dentifricio Mentadent non granulare per Francesco“. Il giudice Saguto comunica la lista della spesa a un uomo della scorta attraverso un sms. Poi, come racconta la Stampa, si lamentava al telefono: “Quelli non fanno mai un cazzo“. E li faceva correre in farmacia o li spediva a prendere una ricetta in ambulatorio medico per poi fargliela portarla alla madre. In altre occasioni, quando si trovava dall’estetista, usava gli agenti per andare a recuperare lo smalto. “Viene Carmine (agente, ndr) a prenderlo“, diceva al marito.
Così venivano trattati gli agenti di scorta dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo.
E’ non si tratta di un caso isolato poichè è diffuso il concetto che i colleghi della scorta, per politici, magistrati ed altri personaggi, siano dei sudditi al loro disposizione, dei soggetti da usare e spremere a loro uso e consumo, dei camerieri ovvero dei tassisti per i loro familiari o dei loro parenti…!!
E pensare che in realtà dovrebbe essere esattamente il contrario ovvero dovrebbero essere i magistrati e i politici a rispettare precisamente le disposizioni che il capo scorta detta per la sua sicurezza e per la salvaguardia della sua incolumità.
Il bello e che se per caso un agente rimanesse fedele alle disposizioni e dovesse rifiutare di eseguire prassi illegittime che esulano dalle disposizioni di servizio (come quella di portare ricette alla madre, accompagnare i figli a scuola o andare a prendere il dentifricio) ecco che questo sarebbe subito rimpiazzato con un altro agente devoto, oltre al fatto che questo sarebbe immediatamente sanzionato disciplinarmente per aver disobbedito ad una persona importante. Questa è una cosa inaccettabile..!!
L’ istanza presentata al capo della Polizia richiama l’esigenza ormai improrogabile che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza riveda a stretto giro tutti i criteri e le modalità di assegnazione delle scorte e delle tutele restringendo il campo di applicazione dei dispositivi nonchè preveda ferree norme di compotamento per la persona scortata comprensive di ammonimenti e sanzioni. Nelle disposizioni di servizio và precisato quali sono i doveri della persona scortata, precisando che questa, contravvenendo alle disposizioni impartite dei capi scorta incorre nella violazione delle norme generali che regolano il servizio di scorta e ciò comporta la revoca del beneficio della scorta o della tutela.
E’ ora di ridare il giusto senso e il giusto profilo e il giusto peso ad un servizio (quello della scorta) che ha visto morire molti operatori di polizia la cui memoria deve essere mantenuta viva anche attraverso la valorizzazione e l’innalzamento di questo delicato servizio, non sminuendo e non ridicolizzando un attività che è costata la vita a molti di noi.
Chi è sotto scorta ha il dovere civile e morale di comprendere l’importanza e il valore sociale del servizio che si sta compiendo nei suoi confronti a spese della collettività, altrimenti meglio che si prenda una scorta privata da poter usare e umiliare a proprio piacimento, visto che le possibilità economiche per questi soggetti non mancano.
Basta fare gli “autisti di servizio” ai politicanti o ai magistrati di turno. Ridiamo valore alla professionalità degli agenti di Polizia.
LEGGI L’ISTANZA PRESENTATA AL CAPO DELLA POLIZIA
LA SEGRETERIA NAZIONALE