Riparte ufficialmente la macchina dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. A riaccenderla è il ministro della Pa, Marianna Madia, che ha dato mandato all’Aran di riaprire i tavoli per ridisegnare i comparti pubblici. Prima di ridiscutere di contratti è indispensabile attuare quella parte della riforma Brunetta che riduceva da 12 a 4 i settori della pubblica amministrazione, e che dal 2009 a oggi è rimasta dimenticata.
Certo, il blocco dei rinnovi arrivato nel 2010 non ha aiutato, ma a fermare il ridisegno della geografia pubblica sono state anche parecchie resistenze interne dei vari settori. In pratica, la riforma prevede di accorpare i 12 settori attuali in 4 grandi aree, composte da Stato, Regioni e sanità, enti locali e camere di commercio e infine scuola e università. Cambiare i confini di ogni comparto significa ricalcolare i parametri di rappresentatività, e quindi modificare la platea dei sindacati “abilitati” a sedersi ai tavoli.
Accogliamo felicemente la notizia esprime in una nota il segretario Generale del Nsp Roberto Intotero. Questa è la miglior risposta a quelle associazioni che volendo strumentalizzare la rabbia dei colleghi si stanno apprestando a far una manifestazione a scopo propagandistico e strumentale, atteso la manifestazione non è e non può essere mai il fine ma solo lo strumento attraverso il quale raggiungere gli obiettivi per il bene dei Colleghi e lo sblocco dei contratti è già una realtà assodata da mesi. Sono imminenti quindi le convocazioni per rimettersi a discutere per il contratto. Poi sarà la volta di entrare nel merito, e molto dipenderà dalle risorse che saranno messe in legge di stabilità.
FONTE IL SOLE 24 ORE
LA SEGRETERIA NAZIONALE