Reati contro la Pa – Concussione – Timore riverenziale del destinatario di una richiesta illegittima – Posizione di sopraordinazione dell’autore della richiesta illegittima – Reato – Configurabilità – Esclusione – Ragioni.
Per la configurabilità del reato di concussione non è sufficiente lo stato di timore riverenziale o autoindotto del destinatario di una richiesta illegittima proveniente da un pubblico ufficiale, neppure quando quest’ultimo riveste una posizione sovraordinata e di supremazia rispetto al primo; il delitto di cui all’articolo 317 cod. pen. richiede che l’agente provvisto di qualifica pubblicistica, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, esteriorizzi concretamente un atteggiamento idoneo ad intimidire la vittima.
• Corte di cassazione, sezione VI, Sentenza 28 maggio 2015 n. 22526
Reati contro la Pa – Delitti dei pubblici ufficiali – Reati di concussione e di induzione indebita – Destinatario della pressione abusiva altro pubblico ufficiale – Effetto coartante o induttivo sulla sua libertà di autodeterminazione – Valutazione.
I reati di concussione o di induzione indebita sono configurabili anche se il destinatario della “pressione” sia un altro pubblico ufficiale, ma, in tal casi, l’effetto coartante o induttivo sulla libertà di autodeterminazione deve essere apprezzato con particolare prudenza, in considerazione dell’elevato grado di resistenza che ci si aspetta dal soggetto che riveste la qualifica pubblicistica, il quale, secondo la fisiologica dinamica dello specifico rapporto intersoggettivo, deve rendere recessiva la forza intimidatrice o persuasiva di cui è oggetto.
• Corte di cassazione, sezione VI, Sentenza 28 maggio 2015 n. 22526
Reati contro la Pa – Delitti dei pubblici ufficiali – Concussione – Modifiche introdotte dalla L. n. 190/2012 – Condotta costrittiva – Significato – Distinzione dall’elemento oggettivo del delitto di indebita induzione – Indicazione.
Il delitto di concussione, di cui all’articolo 317 cod. pen. nel testo modificato dalla L. n. 190/2012, è caratterizzato, dal punto di vista oggettivo, da un abuso costrittivo del pubblico agente che si attua mediante violenza o minaccia, esplicita o implicita, di un danno contra ius da cui deriva una grave limitazione della libertà di determinazione del destinatario che, senza alcun vantaggio indebito per sé, viene posto di fronte all’alternativa di subire un danno o di evitarlo con la dazione o la promessa di una utilità indebita e si distingue dal delitto di induzione indebita, previsto dall’articolo 319 quater cod. pen. introdotto dalla medesima L. n. 190, la cui condotta si configura come persuasione, suggestione, inganno, pressione morale con più tenue valore condizionante della libertà di autodeterminazione del destinatario il quale, disponendo di più ampi margini decisionali, finisce col prestare acquiescenza alla richiesta della prestazione non dovuta, perché motivato dalla prospettiva di conseguire un tornaconto personale, che giustifica la previsione di una sanzione a suo carico.
• Corte di cassazione, sezione VI, Sentenza 13 novembre 2014 n. 47014
Reati contro la Pa – Delitti dei pubblici ufficiali – Reati di concussione e di induzione indebita a dare o promettere utilità – Discrimen rispetto alla corruzione.
Il reato di concussione e quello di induzione indebita a dare o promettere utilità si differenziano dalle fattispecie corruttive, in quanto i primi due illeciti richiedono, entrambi, una condotta di prevaricazione abusiva del funzionario pubblico, idonea, a seconda dei contenuti che assume, a costringere o a indurre l’extraneus, comunque in posizione di soggezione, alla dazione o alla promessa indebita, mentre l’accordo corruttivo presuppone la par condicio contractualis ed evidenzia l’incontro libero e consapevole della volontà delle parti.
• Corte di cassazione, sezioni Unite, Sentenza 14 marzo 2014 n. 12228
FONTE SOLE 24 ORE