Nel marasma di sistemi clientelari e con la corruzione che avanza inesorabile ci si chiede se esista una soluzione per porre fine a tutto questo. Qualcuno pensa di inasprire le sanzioni penali altri pensano a riformare gli enti, ma a nostro avviso la prima cosa a dover cambiare è il nostro modo di pensare, di agire e di comportarci nei confronti della pubblica amministrazione, modificando radicalmente le regole deontologiche adottate sino ad ora, regole basate quasi esclusivamente sull’oralità.
Nei rapporti tra ufficio e dipendente, come in tutte le amministrazioni, anche nella Polizia di Stato esistono malcostumi che alimentano sistemi di tipo clientelare, sia a livello nazionale che periferico. Ebbene quasi sempre la causa degli abusi e delle disparità è rinvenibile nell’assenza totale di atti formali utili presentati dal dipendente penalizzato.
Spesso infatti prima di presentare un istanza, una richiesta o un qualsiasi altro atto amministrativo, per conoscere con esattezza i propri diritti oppure per sapere se una determinata norma è applicabile al nostro caso specifico, per conoscere se possediamo i requisiti per accedere a determinati uffici o a determinate agevolazioni ci affidiamo alle informazioni orali del nostro capo dell’ufficio, dell’ addetto o del collega di turno, informazioni quasi sempre incomplete e inesatte che spesso sono evase da persone o uffici di fatto controinteressati oppure da persone semplicemente incompetenti. Spesso il consiglio del capo ufficio di non presentare una determinata istanza è finalizzato ad evitare la successiva trattazione eludendo così la responsabilità della risposta scritta che necessariamente per legge questo o chi per lui dovrebbe poi fare pervenire.
E’ essenziale quindi che quando si parla di pratiche e atti amministrativi, di concessione di diritti, agevolazioni, riconoscimenti ma anche di richieste quesiti e informazioni specifiche, l’amicizia e i rapporti umani vengano messi definitivamente da parte e sostituiti necessariamente con la carta scritta. Ristabilire i ruoli amministrativi anche in presenza di rapporti amicali è fondamentale per poter combattere efficacemente questo triste e grave fenomeno e per ottenere con ragionevole certezza ciò che ci spetta, impedendo il verificarsi degli abusi.
Diffidate quindi di coloro che vi invitano a non presentare una determinata istanza e diffidate sopratutto dei responsabili degli uffici. Non accettate passivamente pseudo prassi consolidate che questi capi ufficio asseriscono di dover seguire. Rifiutate di adeguarvi a disposizioni orali senza alcun riscontro normativo e presentiamo in ogni caso per iscritto le nostre richieste e proponiamo per iscritto i nostri quesiti trattenendo sempre una copia di tutto ciò che presentiamo.
Questo, a nostro parere è un efficacissimo metodo per imporre la legalità costringendo uffici clientelari gestiti con metodi privatistici a dare risposte formali in termini giuridici, motivando le decisioni, ovvero accogliendo le istanze laddove dovendo applicare correttamente le normative e regolamenti siano costretti a farlo per non incorrere in sanzioni, anche di tipo penale. Esiste infatti la consapevolezza da parte di chi riceve gli atti che le istanze sono una traccia indelebile che rimane a disposizione di chi può validamente disporne per tutti gli usi consentiti dalla legge.
Ricordiamo che l’ufficio ha l’obbligo di ricevere qualsiasi tipo di istanza presentata dal dipendente ed è tenuto a trasmetterla all’ufficio competente che deve sempre rispondere per iscritto, ed ogni risposta deve essere sempre notificata al richiedente. Sono poi tutti atti estraibili ai sensi dell’art. 22 della Legge 241/90 “Norme in materia di procedimenti amministrativo e di diritto di accesso agli atti amministrativi.” Un capitolo a parte riveste la necessità a nostro avviso inderogabile di modificare la predetta normativa, ampliando il diritto di accesso per il cittadino e ridimensionando drasticamente un assurdo “diritto alla riservatezza della P.A.“, modifica che potrebbe realmente rappresentare la medicina esatta per questo “patologico fenomeno“.
Il presupposto essenziale pertanto rimane quello di mettere sempre per iscritto tutte le proprie richieste a maggior ragione se avete dei dubbi circa l’ ammissibilità o la fattibilità di una determinata questione e lasciate che sia l’amministrazione a rispondervi in punto di diritto. Deciderete poi voi, in totale autonomia, quale sia il passo successivo da fare.
LA SEGRETERIA NAZIONALE