Le Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia della Camera dei Deputati, che esaminavano l’A.C. 2616, hanno accolto l’emendamento con la proposta di avviare la sperimentazione, presso il ministero dell’Interno, della pistola elettrica Taser quale strumento di contrasto in dotazione alle nostre Forze dell’ordine, a condizione che cio’ avvenga di concerto con il ministero della Salute.
La polizia potra’ inoltra fare uso di piccole telecamere nel corso di manifestazioni pubbliche, “ma solo in caso di effettiva necessita’”. Lo ha stabilito il Garante privacy che ha fornito il suo parere sul nuovo sistema di ripresa avviato in via sperimentale dal Dipartimento di pubblica sicurezza in quattro citta’, Torino, Milano, Roma e Napoli.
Esprimiamo grande soddisfazione per un’operazione di ammodernamento tecnologico, di estrema utilita’ per gli operatori della sicurezza e per tutti i cittadini”. “La pistola elettrica Taser, come e’ noto, e’ un’arma di dissuasione non letale: essa produce una scarica elettrica che rende la persona colpita inoffensiva per alcuni secondi, sufficienti alle forze dell’ordine per arrestarla. Il suo utilizzo, pertanto, contribuisce sia a ridurre i rischi per l’incolumita’ personale degli agenti sia a ridimensionare drasticamente il numero delle vittime nelle operazioni di pubblica sicurezza, come dimostra l’esperienza di molti Paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera”.
Mentre per quanto riguarda le telecamere, il sistema prevede l’assegnazione agli agenti di polizia di piccoli strumenti di registrazione video indossabili, da attivare nei casi in cui si verifichino situazioni di criticita’ in occasione di manifestazioni pubbliche. Il sistema prospettato al Garante dal Dipartimento di pubblica sicurezza prevede che le telecamere individuali vengano applicate al gilet tattico e attivate in base alle indicazioni del funzionario che dirige il reparto di polizia. Le videocamere e le schede di memoria sono dotate di un numero seriale che viene annotato in un apposito registro con l’indicazione di giorno, orario, servizio svolto, qualifica e nominativo dell’agente che firma la presa di incarico e la restituzione. La scheda di memoria, al momento della consegna agli agenti, non dovra’ contenere nessuna immagine registrata in precedenza. Spetta al funzionario che impiega il reparto impartire l’ordine di attivazione dei dispositivi cosi’ come quello di cessazione delle riprese.
Al termine del servizio gli agenti, previa compilazione di un foglio di consegna, affideranno tutta la documentazione video realizzata al funzionario che la consegnera’ alla locale Polizia scientifica.
Nel suo parere il Garante sottolinea come “il sistema, per quanto finalizzato alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla prevenzione, all’accertamento o alla repressione dei reati, e’ pur sempre soggetto al rispetto dei principi del Codice privacy sul trattamento dei dati personali”.
LA SEGRETERIA NAZIONALE